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Raccolta di musica organistica.

In questa sezione vengono raccolte opere organistiche di particolare utilità durante l'accompagnamento della liturgia.

L'elenco consiste sia di brani specificatamente liturgici sia di brani della letteratura organistica classica. Per questi ultimi, proponiamo dei collegamenti esterni e dei consigli su come utilizzarli al meglio.

Ogni consiglio o richiesta di aggiunte è sempre ben accolto e verrà esaminato a seguito di un vostro contatto presso musicaliturgica@outloook.it. Attenzione, questa pagina è soggetta a frequenti aggiornamenti!

 

 

PARNASSE DES ORGANISTES DU XX. SIECLE

Grande raccolta di brani organistici di autori vari (link) I brani sono in stile tardo-romantico e sono tutti di facile esecuzione ma di grande effetto, soprattutto con un sapiente uso del pedale. La raccolta è infatti pensata per harmonium ed ogni brano è eseguibile anche soltanto manualiter. Non dovrebbe essere difficile immaginare in quali punti è opportuno rinforzare il basso con la pedaliera: ogni volta che la mano sinistra procede per ottave parallele o quando note molto lunghe sono tenute al basso. 

La gran parte dei brani si può suddividere in quattro categorie: offertori, marce, preludi e meditazioni. Gli offertori sono tutti pensati per una celebrazione pre-conciliare e, quindi, sono troppo lunghi per un offertorio moderno; però non è difficile adattarli, accorciandoli o utilizzandoli come preludi di introduzione prima delle celebrazioni; ad esempio, l'Offertorio in fa maggiore di P. Kung (p. 9 del file) è in sostanza realizzato come un lungo crescendo ed è sufficientemente lungo da poter creare la giusta atmosfera di introduzione ad una celebrazione eucaristica od ad un vespro. Altri offertori (come l'Offertorio sopra due Noels di Kung (p. 14), i due offertori di Nowowiejki (pp. 23, 26) o il Choral varié  di Jacob (p. 59)) hanno invece un carattere meno animato e, con una scelta oculata di registrazione, possono funzionare bene anche per una comunione.
Le marce sono di carattere vario e spaziano dalla composizione severa e ieratica (Marche p. 28, Marche Pontificale p. 39, Marche religieuse p. 80) ad uno stile pià libero e festivo (Marche pour sortie p. 18, Marche p. 55, Marche solennelle p. 70, Marche p. 90, Postludium p. 95); tutte le composizioni citate sono di ottima fattura e mai banali, come spesso invece appare questo tipo di composizione. Se il primo tipo è forse più adatto per un brano introitale, le composizioni più vivaci sono sicuramente adattissime a finali e brani d'uscita. Per i brani che presentano figurazioni imitanti una fanfara (ad esempio, Marche pour sortie p. 18 e Marche solennelle p. 70) è consigliabile utilizzare una registrazione abbondante di ance e mutazioni brillanti. 
Tra i preludi citiamo Prélude et choral di S. Paraire (p. 65) espressamente pensato per il Giovedì Santo e, quindi, molto indicato per introdurre la Messa in coena Domini o i vespri.
Le meditazioni sono ben strutturate e, anche se non brillano particolarmente per ardimento armonico, sono perfette per accompagnare la Consacrazione o il rito della Comunione. Alcune tra le più suggestive (ad esempio Action de Graces di A. Wambach, p. 32) sono adatte anche ad introdurre l'adorazione eucaristica. A livello di registrazione, si consiglia di usare discernimento e adattare i registri alla circostanza: se per la Consacrazione è buona utlizzare registri morbidi e assai flebili, durante la Comunione si può dare sfoggio di sonorità più ricercate come violeggianti e registri a battimento. Un uso sapiente della cassa espressiva, inoltre, renderà molto più completi anche i brani apparentemente più scialbi.

HISTORICAL ORGAN RECITALS

Raccolta molto vasta di opere organistiche moderne ed antiche (link). Il livello medio di difficoltà è pensato per organisti piuttosto esperti. Da segnalare l'interessante volume dedicato alla musica organistica spagnola.

MAÎTRES CONTEMPORAINS DE L'ORGUE

Otto volumi, ciascuno suddiviso in più parti, contenenti musica organistica dell'età moderna (link). Raccolta consigliatissima per la varietà e la ricchezza dei brani proposti. Si possono trovare brani molto semplici, ma di grande effetti, fino a capolavori dell'età ceciliana per concertisti. Tutti i pezzi sono adattabili a qualunque strumento moderno e sono in larghissima maggioranza ideali per l'accompagnamento liturgico. Sebbene buona parte dei brani sia scritta senza pedale obbligato o con ruolo molto semplice, ci sono alcuni pezzi molto più complessi in cui è richiesto un uso intensivo della pedaliera. Ogni volume contiene due indici dei brani: uno per autore ed uno per tonalità, oltre ad una nota biografica degli autori rappresentati nel volume. 

Non è facile commentare la moltitudine dei brani presenti in questa raccolta. Tutti i pezzi sono di ottima qualità e l'edizione è ben curata in termini di indicazioni di registrazione e di dinamiche/agogiche. Citiamo soltanto alcuni tra i brani più notevoli di ogni raccolta. 
    Dal primo volume segnaliamo i seguenti.

* Quattro pezzi brevi di J. Boulnois (p. 36) è un insieme di piccoli brani che si amalgano molto bene e possono essere indicati per una "messa bassa", distribuendoli in questo modo: il primo per l'ingresso, il secondo per la comunione, il terzo per l'offertorio ed il quarto come finale. 
* Offertorio per la festa di Natale di J. Brosset (p. 40) è una composizione di ampio respiro che è di fatto una fantasia sulla melodia natalizia "Puer nobis nascitur". Non è molto adeguata per un breve offertorio moderno, ma è un ottimo invitatorio prima della Messa del giorno, magari per introdurre proprio il canto dell'inno suddetto.
* Offertorio su "Te Joseph celebrent" di H. Dallier (p. 67) è ancora una fantasia sul noto inno di San Giuseppe. Lo stile è più severo e maestoso del precedente offertorio, tuttavia la composizione si presta comunque bene per introdurre una celebrazione eucaristica legata a San Giuseppe.
* Marcia funebre di A. Decq (p. 76) è un brano molto espressivo, ricco di cromatismi e pieno di sentimento. L'armonia è molto interessante, soprattutto verso la parte finale; i toni sono severi ma non lugubri. Bellissima la sezione centrale in re bemolle maggiore, quasi estatica. Un brano come questo richiede risorse veramente minimali che qualunque organo italiano moderno possiede, ma ha bisogno di essere interpretato accuratamente e suonato con uso molto frequente della cassa espressiva.
* Marche d'Eglise di C. Delvincourt (p. 75) è forse un modello di solenne brano introitale. Il ritmo semplice e lo sviluppo lineare sono corredati da una varietà armonica molto d'effetto. Il brano è fortemente unitario ed è scevro da virtuosismi, eccezion fatta pe alcune frasi più complesse al pedale; è tuttavia possibile effettuare un avveduto "taglia e cuci" per accorciare il brano pur mantenendone quasi intatto il tono maestoso.
* Tre fughette a tre voci di P. Dodement (p. 89). Tre brani contrappuntistici molto semplici e piuttosto brevi, particolarmente adatti per un offertorio moderno.
* Fantaisie en forme d'offertoire di P. Fauchey (p. 105) è un brano in forma libera che ricorda molto un'improvvisazione virtuosistica. Pur essendo di facile esecuzione, l'effetto è comunque molto suggestivo se una registrazione sapiente viene utilizzata. Ad esempio, lo si può utilizzare prima della messa come introduzione ad un canto in re maggiore (o altra tonalità, basta adattare la coda finale della Fantaisie), mettendo in evidenza le parti diverse con registrazioni contrastanti.
* Pièce funèbre di A. Gastoué p. 115 è una sobria e composta elaborazione sul Dies Irae. L'edizione suggerisce il brano per l'offertorio o per l'uscita; il secondo suggerimento è particolarmente azzeccato per una liturgia moderna.
* Offertorio di G. Giraud (p. 138) è una elaborazione sopra la melodia gregoriana di "Ave Maria" (tono simplex). Si tratta di un brano piuttosto semplice ma con interessanti spunti armonici, che può offrire grande resa se utilizzato in veste di introduzione ante missam con una registrazione varia.
* Fuga di E. Lacroix (p. 162) è una composizione in stile fugato nella forma di "scherzo". Il soggetto è molto mobile e rende l'intera composizione ampia e luminosa. Si presta molto bene come finale, soprattutto se eseguita con una registrazione imponente.
* Toccata di F. de la Tombelle (p. 177) è scritta come una classica toccata virtuosistica della scuola romantica francese. Lo stile della composizione si presta bene per essere eseguito come finale di una celebrazione solenne ed offre agli organisti meno esperti (o che non dispongono di un grande strumento in una chiesa ampia) la possibilità di eseguire un brano toccatistico di grande effetto.

    Dal secondo volume segnaliamo:
* Versetto su "Veni sponsa Christi" di L.L. Perruchot (p. 46), una breve elaborazione sull'antifona citata. Lo stile a ritmo abbastanza libero e l'armonia non esplicitamente tonale rendono questa composizione piuttosto interessante; utile come preludio introduttivo all'antifona "Veni sponsa Christi" o come invitatorio per la liturgia delle ore.
* Sur l'intonation du "Salve, Regina" di Ch. Pineau (p. 60) è una composizione in forma di divertimento sopra l'incipit del "Salve, Regina" in tono solenne. Interessante il trattamento armonico, pressoché modale, e gli spunti virtuosistici che rendono questo brano un ottimo interludio per le celebrazioni mariane.
* Rapsodie sur des Noels di D. Ch. Planchet (p. 69) è un brano alquanto peculiare dato che riunisce e rielabora tre melodie natalizie francesi (noels) in una sola composizione. Le tre melodie sono trattate dapprima separatamente, poi vengono mescolate insieme nella parte finale. Costituisce un ottimo brano d'introduzione per il periodo natalizio.
* Sortie di Ch. Quef (p. 89) è una classica "sortie" alla francese, solenne e maestosa, scritta rielaborando la melodia di "Ite Missa est" della Missa "Orbis factor"; è un brano piuttosto semplice da eseguire ma assai solenne. Si consiglia vivamente di utilizzare il pedale per aggiungere gravitas al brano.
* Sei variazioni sullo "Stabat" di M. de Ranse (p. 96) è una serie di variazioni semplici ed efficaci sullo "Stabat Mater" (modo VI). Le variazioni sono ordinate secondo una logica che si sovrappone molto bene alle strofe della sequenza stessa. Per questo motivo è possibile utilizzare le sei variazioni come intermezzi fra le strofe del canto.
* Grand choeur di A. Renaud (p. 110) è un pezzo brillante, adattissimo per il finale di una celebrazione importante e gloriosa. La sua relativa brevità lo rende anche adatto come introduzione ad un canto finale in celebrazioni molto frequentate, in cui è previsto che l'assemblea si attardi in chiesa per diverso tempo. Si consiglia una registrazione a base di ripieni e ance su base 16'.
* Entrée di L. Reuchsel (p. 121) è di fatto l'equivalente del precedente "Grand choeur" per l'ingresso del celebrante. Per la sua relativa brevità ed il suo tono molto maestoso, può essere utilizzato come invitatorio durante una processione d'ingresso, in attesa del canto iniziale.
* Tre interludi per il "Veni Creator" di A. Sérieyx (p. 157) è una serie di brevi interludi al noto inno. Sono tutti e tre in stile molto libero, quindi possono essere adattati a qualunque strofa.
* Tre pezzi di J. Vadon (p. 161) comprende alcuni brani interessanti. Il "Grand choeur" iniziale può essere utilizzato per un introito, mentre la "Toccata" su "O filii et filiae" è un ottimo finale per la messa del giorno di Pasqua.
* Tre versetti per "O filii" di P. Vidal (p. 86) contiene ancora elaborazioni su "O filii et filiae", verosimilmente da alternare alle strofe cantate. Tutte e tre sono scritte secondo lo stile severo e sono suggerite registrazioni pesanti in ogni versetto. Nulla vieta, però, di suonare il primo con fondi di 8' e 4', il secondo con registri dolci e violeggianti di 8' (legando molto e rallentando un po') ed il terzo con fondi e piccole mutazioni (o ance medie).
* Toccata di A. Vivet (p. 185) è una composizione che si pone sulla stessa lunghezza d'onda della Toccata del de la Tombelle menzionata sopra (Volume I). Brano brillante e glorioso, permette di ottenere grandi effetti anche senza uno strumento di grandi dimensioni. Alcuni noteranno la somiglianza con la celebre "Toccata" di Th. Dubois o con la "Fanfare" di N. Lemmens.
* Marche solennelle di R. Schumann (p. 189) è una trascrizione, piuttosto ben fatta. Dato il suo tono trionfale e vagamente pomposo può essere utilizzata durante i matrimoni, come alternativa alle tristemente più famose "marce nuziali".
 
  Del terzo volume segnaliamo:
Andante religioso di O. Barblan (p. 4), una composizione breve e semplice ma piacevolmente espressiva. Difficilmente si può sbagliare suonandola durante una breve Comunione con un registro battente.
Marche pontificale di D. Bellando (p. 5) è un brano piuttosto conosciuto tra gli esperti ed è un'ottima marcia per accompagnare un'entrata processionale o per terminare una celebrazione importante. Si consiglia caldamente di utilizzare il pedale a rinforzo del ritmo puntato.
Quattro versetti su "Exsultet orbis gaudiis" di F. Breitenbach (p. 28), collezione di versetti da alternarsi alle strofe del canto. Si tratta di brani ben congeniati, in un piacevole stile fugato, che ben si adattano anche ad altre circostanze; ad esempio, possono essere utilizzati come brevi offertori.
Fughetta in re minore di A. Cappelletti (p. 32) è una semplice fuga di durata medio-breve, adattissima come finale di una messa domenicale del tempo ordinario. Se poi si è alla ricerca di un brevissimo postludio/coda, è possibile utilizzare la parte finale di questa composizione (la coda inizia ad "Un poco più vivo") con un tempo leggermente rubato.
Versetto su "Tantum ergo" di J. Folville (p. 52) è una breve e semplice variazione sopra il noto inno. Può essere utilizzato per introdurne il canto - ad esempio, durante la messa in coena Domini, prima della reposizione solenne.
Lauda Sion Salvatorem di E. Franssen (p. 56) è una elaborazione della celebre sequenza. Il brano è scritto in modo piuttosto tipico, iniziando con una elaborazione in stile corale e continuando con una elaborazione contrappuntistica (abbastanza severa). Tuttavia, lo si può rendere meno austero scegliendo oculatamente la registrazione e apportando alcune semplici modifiche: suoniamo la parte iniziale con ripieno, mutazioni e ance, poi lasciamo un ripieno leggero o mutazioni semplici per il fugato e riaggiungiamo i registri di prima al forte (quarta battuta prima della fine della seconda pagina), crescendo e allargando fino a concludere il brano con il tutti, alla fine del primo rigo della terza pagina (quindi omettendo le ultime righe). In questo modo si ha un perfetto finale per la celebrazione del Corpus Domini.
* Offertorio Pasquale di L. Jadin (p. 64) è un brioso e allegro brano in tempo ternario che, pur risultando troppo lungo per un moderno offertorio, è comunque perfetto come invitatorio prima della Messa del Giorno; lo si può anche usare come introduzione al canto iniziale (a patto di riadattare il finale in modo che le tonalità collimino).
* Offertorio su "Alma Redemptoris mater" di J. Jongen (p. 70) è uno stupendo brano, di tono magniloquente ed armonie assai ricercate. Il soggetto del fugato che appare come seconda sezione è ampio e maestoso. Ricordiamo che "Alma Redemptoris mater" è l'antifona mariana tradizionalmente cantata doopo la Compieta del tempo di Natale; ne consegue, che questo Offertorio può oggigiorno essere eseguito senza problemi come finale durante tutto il tempo di Natale. Sembra essere un ottimo finale per la Messa di Ringraziamento (31 dicembre) o per la Messa di Capodanno (1 gennaio).
Preludio su "Ave maris stella" di R. Robmiller (p. 81) è un breve preludio sul noto inno mariano. Buon candidato come invitatorio per i vespri della Beata Vergine.
Offertorio su "Ave maris stella" di J. Sancho-Marraco (p. 94) rivisita nuovamente l'inno mariano, con delle interessanti armonie, nonostante lo stile piuttosto lineare e semplice. Troppo lungo per un offertorio moderno, è comunque molto adatto come invitatorio.
Improvvisazione sull'Alleluia del Sabato Santo di A. Ponten (p. 140) è una composizione assai festosa, elaborazione della celebre "Alleluia" del modo VI, usualmente cantata dopo l'Epistola durante la Messa della Notte di Pasqua. Si presta bene come finale per la suddetta messa, ma di fatto è adatto a qualunque occasione festiva vista la diffusione della melodia al di fuori del Sabato Santo.
Elevazione e Preghiera di S. Tafall (p. 185) comprende due sezioni. La prima ("Pensando durante l'elevazione") è una vera e propria meditazione, dai toni sommessi e dall'armonia mutevole. La seconda ("dopo l'Elevazione") è un brano più movimentato che si potrebbe adattare bene all'accompagnamento della Comunione.
Preghiera di G. Terrabugio (p. 187) è un piccolo gioiello di composizione. Si tratta di un brano non facilissimo da eseguire, ma che regala grandi soddisfazioni se capito e interpretato correttamente. Sebbene chiaramente pensato per una elevazione, lo si può adattare ad una Comunione dal tono intimo e introspettivo.
* Parafrasi su due inni di M. Walczynski (p. 215). Vengono proposti due inni: il "Veni Creator" viene riproposto in una composizione libera di ispirazione tardo-romantica e adeguata come postludio o invitatorio per una liturgia delle ore; "O filii et filiae" invece viene proposto nella forma di preludio, quattro variazioni e finale fugato. In una ipotetica "messa bassa" durante il periodo pasquale, si può utilizzare il preludio (che comprende anche una esposizione del tema armonizzato) come introito, la prima variazione come offertorio, la seconda come comunione, la terza come elevazione e la quarta come postludio assieme al finale fugato (con le ultime battute in crescendo invece che in diminuendo).

    Del quarto volume segnaliamo:
* Marcia Nuziale di A. Alain (p. 5), brano di eccellente fattura, molto maestoso e dall'armonia coinvolgente. Si tratta della perfetta marcia d'ingresso (anche d'uscita, ma i toni marziali la rendono più adeguata per un ingresso) per una cerimonia nuziale, ma è perfettamente adattabile a qualunque altra occasione solenne. Si suggerisce di utilizzare il pedale in modo frequente, sottilineando le frasi più gravi (ripetute all'ottava).
* Elevazione di E. Berlene (p. 17) è un pezzo facile ma di grande espressività. Lo segnaliamo per la sua relativa brevità, che lo distingue dalla maggior parte delle Elevazioni classiche, e quindi può essere una valida risorsa per chi cerca un pezzo breve ma di senso compiuto.
* Tre Preludi di M. Blazy (p. 35) comprende tre brevi pezzi utilizzabili come brani d'introito o di introduzione; ogni pezzo è scritto in uno stile specifico ed unisce coincisione a grande riuscita. Il primo preludio è in stile accordale, ricco di ritardi e cambi di tonalità; il secondo è di carattere più movimentato (una sorta di "toccata avanti la messa"), mentre il terzo è la tipica marcia d'ingresso dal ritmo cadenzato.
* Domine, exaudi vocem meam di L. Civil y Castellvi (p- 58) è una interessante meditazione in stile libero, costruita sul tipico schema piano - crescendo - climax/forte - diminuendo - pianissimo. Non presenta particolari arditezze armoniche ma l'autore ha saputo sfruttare sapientemente la semplicità del brano, rendendolo un ottimo pezzo per l'adorazione eucaristica o la comunione. Si suggerisce l'uso di registri violeggianti, aggiungendo e togliendo registri labiali di rinforzo a seconda delle indicazioni dinamiche, o anche un registro battente.
* Trittico evangelico di E. Destenay (p. 83) è una composizione in tre atti (che appaiono come brani separati ma collegati da un punto di vista concettuale), ispirata a scene tratte dal Vangelo. La prima parte rappresenta l'ingresso di Gesù a Gerusalemme ed ha lo stile di un solenne preludio polifonico/accordale; il secondo brano è ispirato all'ultima cena ed è una lunga meditazione, punteggiata da interventi in forte; il terzo brano, infine, rappresenta la via crucis, la salita al Calvario, ed è scritta nella forma di marcia funebre. I brani sono scritti in modo assai espressivo e si prestano molto bene per accompagnare le celebrazioni liturgiche che commemorano i fatti descritti dai titoli: il primo brano è ottimale come invitatorio per la Domenica delle Palme, il secondo brano è utilizzabile come Comunione o invitatorio per la Messa del Giovedì Santo; il terzo brano è di collocazione più delicata, poichè il suono dell'organo non è ammesso durante la liturgia del Venerdì Santo. Lo si può inserire, in ogni caso, durante le celebrazioni esequiali.
* (p. 103) è un brano di ampio respiro, scritto in forma accordale, ed ispirato ai due inni eucaristici O Salutaris Hostia e Adoro Te devote. Il ritmo assai calmo del brano lo rende ideale come pezzo meditativo, per le adorazioni eucaristiche o per una Elevazione. Ovviamente è necessario fare buon uso della cassa espressiva.
* O Salutaris Hostia (p. 125) è una elevazione specifica per una festa dedicata all'Eucaristia. Valgono le stesse considerazioni fatte per il brano precedente.
* Toccata di G. Gryseleyn (p. 136) è un brillante brano virtuosistico, perfettamente adatto per terminare una celebrazione eucaristica in una solennità importante. Il ritmo rapido ed ostinato suggerisce una tecnica di "staccato" analoga a quella suggerita per gli altri brani toccatistici precedentemente citati; si evidenzi bene il contrasto con l'intermezzo polifonico, legandolo molto bene. A livello di difficoltà, questa Toccata è leggermente più difficile degli omonimi brani di Vivet e de la Tombelle.
* Marche Grand Choeur di P. Lecourt (p. 175) è la tipica marcia introitale, dall'armonia grandiosa e aperta e dal ritmo cadenzato e misurato; il brano si sviluppa in varie sezioni di carattere complementare, per poi concludersi con lo stesso spirito iniziale. Pezzo assai d'effetto nell'accompagnare ingressi processionali, lo si può tuttavia utilizzare anche in contesti meno solenni, utilizando registrazioni meno fragorose.
* Marche religieuse di M. Reuchsel (p. 223) è ancora una volta un brano di tipo introduttivo, simile al precedente ma dal carattere più sobrio e meno solenne. Si può utilizzare la sezione finale (da "fin", in si bemolle maggiore) per una coda breve, magari per postludiare brevemente sul brano iniziale.
* Sortie "alla Bach" di J. Vadon (p. 249) è un pezzo in stile simil-bachiano, pensato come brano d'uscita. La scrittura ricorda molto più i brani clavicembalistici di Bach che le sue maggiori opere per organo; tuttavia, per come è scritto (polifonia semplice e niente pedale), è certamente di ottimo effetto su organi antichi.
... e molti altri di cui parleremo in futuro!

HISTORICAL ORGAN COLLECTION

Raccolta compatta ma fornita di brani organistici da tutte le epoche (link).

LIBER ORGANI

Questa grande ed utile raccolta, curata da Sandro dalla Libera, sarà di certo ben nota alla maggioranza dei lettori, almeno in qualche sua parte. Si tratta invero di un sussidio utilissimo in ogni parrocchia, poiché contiene brani di pressoché ogni epoca e ogni stile. Di grande spessore sono anche i lapidari commenti a fondo pagina e le sintetiche indicazioni di registrazione (che lasciano di fatto molta libertà all'esecutore (link). 

L'edizione già contiene svariati commenti e suggerimenti su come utilizzare i brani nella liturgia o nei concerti. Presentiamo brevemente in rassegna i vari volumi citandone i brani a nostro avviso più significativi.
    Il Volume 1 è dedicato a brani delle scuole italiana e tedesca dei secoli XVI - XVII - XVIII. Oggigiorno è abbastanza facile reperire altrove quasi tutti i brani della scuola tedesca presentati in questa raccolta, mentre è difficile trovare una buona lista di opere di autori italiani antichi che possano essere utilizzati in una reale liturgia. Citiamo, a puro titolo di esempio, i Versi di Domenico Zipoli, molto utili in quanto brevi e facilmente inseribili in qualsiasi momento di necessità, l'Aria con variazioni di Padre Giambattista Martini, le cui sezioni anch'esse molto versatili, e la parte iniziale del Te Deum di Buxtehude, il cui grandioso incipit è molto d'effetto in una messa di ringraziamento.
    Il Volume 2 si colloca nella stessa fascia temporale del primo ma affianca la scuola italiana e quella francese. Per i brani della scuola italiana, valgono gli stessi commenti fatti prima, mentre i brani della scuola francese verranno discussi in seguito, assieme alle edizioni complete. Menzioniamo, tuttavia, il Plen jeu del quarto tono di Jacques Boyvin, un brano maestoso ed imponente (a cinque voci), che è stato riadattato in modo assai intelligente dal Dalla Libera: l'intermezzo originale è un breve recitativo molto ornato che male si sarebbe eseguito su un organo italiano ed è stato sostituito con il trio, originariamente il brano seguente nella suite/Magnificat originale. L'accostamento è molto gradevole e per il gusto moderno riesce addirittura meglio dell'originale.
    Il Volume 3 è dedicato alla musica natalizia, in particolare alla forma "pastorale". Va notato che non tutti i brani di questa raccolta sono originariamente stati concepiti per le feste di Natale e, in alcuni casi, le scelte sembrano essere state fatte più guardando al ritmo ternario ed al tono vagamente gioioso. Particolarmente significative le pastorali degli autori italiani (soprattutto O bambino mio divino di Giuseppe Aldrvrandini e la Pastorale di Domenico Zipoli), Ci sono anche alcune trascrizioni da brani orchestrali degne di nota (la Pastorale di Arcangelo Corelli dal concerto grosso per la notte di Natale, la Siciliana di Haendel dal concerto per organo opera 4, numero 5, incluso il brillante Allegro che chiude il concerto).
    Il Volume 4 "Nuptialia" è una piccola gemma di questa già preziosa collana. Contiene, infatti, sei "messe nuziali", raccolte di brani pensati per accompgnare la celebrazione del matrimonio. Ci sono brani per tutti i gusti, di tutti gli stili e adattabili ad ogni tipo di strumento: la Messa I è in stile italiano del 500/600, la Messa II è in stile galante/rococò, con brani della scuola francese in prevalenza, la Messa III è nel primo stile barocco, la Messa IV è nello stile barocco più tardo, la Messa V è una stupenda messa bachiana (notevole la Fantasia BWV 572 leggermente modificata per fungere da ingresso trionfale), la Messa Vi è in stile romantico.
    Il Volume contiene musica delle scuole spagnola e ango-fiamminga. Si tratta di brani generalmente non molto noti in Italia, che però si adattano piuttosto bene agli strumenti presenti sul suolo nazionale. Menzioniamo la celebre Fuga di Joaquin Oxinagas, le Variazioni di Jan Sweelinck, la Fuga di Gheyn e la celebre Marcia di Henry Purcell.
    Il Volume 6 raccoglie brani extra appartenenti alle scuole già rappresentate dai volumi precedenti e ancora appartenenti all'epoca classica (quindi tutti genericamente attivi fino alla metà del XVIII secolo). Si trovano perlopiù composizioni di autori italiani.
    Il Volume 7 è un'altro volume molto interessante, dato che raccoglie composizioni datate da metà Ottocento fino ai primo del Novecento. Si trovano brani di Schumann, Liszt, Brahms e Franck, oltre ad alcuni sfavillanti pezzi di Lemmens (Entrata Fanfara), ma la parte interessante giunge con gli autori italiani del tardo ottocento e del primo novecento. Si tratta di autori pressoché dimenticati e, salvo rare eccezioni, raramente eseguiti. Tra i brani più significativi citiamo il Corale di Filippo Capocci (brano altamente espressivo), i Versetti per il Magnificat di Giuseppe Radole, il Graduale di Eduardo Torres (un brano assai avanguardistico del quasi sconosciuto organista spagnolo), la Berceuse di Licinio Refice e il particolarissimo Natale in Sicilia di Pietro Alessandro Yon. Quest'ultimo brano è forse più adeguato in sede di concerto, ma è troppo particolare per non essere citato.
    Il Volume 8 è una raccolta di brani inediti del settecento veneziano. Vi si trovano brani di Marcello, Galuppi, Pescetti e Hasse. Si trattai di brani semplici ma che richiedono buona tecnica e si adattano particolarmente ad organi italiani classici.
    Nonostante il titolo fuorviante, il Volume 9 è di fatto un seguito del Volume 8. Infatti, gli autori presentati sono gli stessi e l'unica differenza è che i brani editi sono di impostazione più clavicembalistica, mentre gli altri erano espressamente per organo.
    Infine, il Volume 10 contiene ulteriori brani di autori italiani e tedeschi appartenenti all'epoca classica. Tra i brani degni di nota sono le sonate di Girolamo Pera, scritte per registri specifici, e la Partita di Johann Wather.

CANTANTIBUS ORGANIS

Corposa raccolta di musica per la liturgia di autori della prima età moderna, suddivisi per luogo ed utilizzo (link)

ALBUM PER ORGANO

Se non avete mai avuto occasione di guardare dentro questi album, avete perso molto; ci troverete dentro delle vere perle musicali. Si tratta di raccolte create ai primi del Novecento, utilizzando brani classici e noti di celebri autori. Il grande pregio di questi quattro album è la qualità degli arrangiamenti, che non si trovano da nessuna altra parte: 

THE LATIN ORGANIST

Raccolta in due volumi di brani da autori prevalentemente barocchi (link).

REPERTORIUM FÜR ORGEL 

Terzo volume di una grande raccolta di brani per organo o Harmonium (link). Segnaliamo una bella trascrizione (finalmente per organo!) della celebre "Aria sulla quarta corda" di Bach (a pagina 58) e un arrangiamento molto audace dell'Amen dallo "Stabat Mater" di Pergolesi (pagina 82).

ZUR GESCHICHTE DES ORGELSPIELS 

Raccolta di brani di vari autori, generalmente dei periodi tra i secoli XVI e XVIII (link). Alcuni dei brani italiani si possono trovare anche in "Liber organi" (ma non, ad esempio, la Canzon detta "la Guammina" di Gioseffo Guammi) mentre la selezione di autori stranieri è ovviamente molto più ampia.

KUNST DES ORGELSPIELS

Contiene brani di Ritter in puro stile tardo-romantico tedesco che si adattano benissimo a liturgia o a concerti (link). La raccolta è pensata per chi studia organo, quindi i brani sono di difficoltà misurata (ma non affatto banali e richiedono quasi tutti pedale obbligato).

ORGELSCHULE

Si tratta di un corso per organisti; contiene norme per la diteggiatura, l'uso dei registri e la tecnica del pedale. Inoltre, gli ultimi due volumi sono dedicati a brevi brani ordinati per difficoltà crescente (link).

PRATICAL ORGAN SCHOOL 

Manuale per lo studio dell'organo: oltre ad esercizi di tecnica e a raccomandazioni di natura esecutiva, contiene brani facili e di media difficoltà, in un piacevole stile romantico ed accessibili a chiunque (link). 

OPERE DI GEORG BÖHM

Si possono trovare tante partiture di tale autore presso la pagina dedicata: http://imslp.org/wiki/Complete_Works_for_Organ_and_Harpsichord_(B%C3%B6hm,_Georg) 

OPERE DI LUIGI BOTTAZZO

Numerose opere del grande Maestro si possono trovare su http://imslp.org/wiki/Category:Bottazzo,_Luigi. Particolarmente consigliata è l'Antologia Pastorale che contiene brani anche di altri autori.

OPERE DI DIETRICH BUXTEHUDE

Le partiture del Maestro di Lubecca si possono trovare in http://imslp.org/wiki/Category:Buxtehude,_Dietrich.Tra queste anche il famoso Te Deum Laudamus BuxWV 218, di cui è possibile trovare una versione accorciata in "Liber Organi" (vedere sopra).

OPERE DI ERNEST CHAUSSON 

La musica di questo autore francese non molto conosciuto ha una piacevole impostazione melodica e modale. I Vespri per il comune dei Santi che consigliamo (link) sono un ottimo esempio di come dovrebbe essere condotto un accompagnamento organistico durante una celebrazione liturgica. Buona parte dei brani di questa raccolta è accessibile a chiunque.

OPERE DEI MAESTRI CLASSICI FRANCESI

Questo tipo di musica viene sempre più apprezzato negli ultimi tempi, soprattutto grazie al movimento filologico di restaurazione. Si tratta di brani tecnicamente molto semplici, ma che richiedono una maestria incredibile nell'uso dei registri; il nostro consiglio è quindi quello di evitare i brani più specifici (Basse de Trompette, Cornet, Tierce...) se non si dispone di registri adeguati allo scopo. Chi scrive queste note ha provato - sia da spettatore che da esecutore - il sapore insipido di un Basse de Trompette eseguito con l'Oboe di un organo italiano degli anni '50. Assolutamente raccomandati invece i Plein-jeu, Récit, Duo, Trio eccetera.

OPERA DI GIROLAMO FRESCOBALDI

Intramontabile. Da sempre e per sempre un punto di riferimento per gli organisti e per la musica liturgica. Si consiglia di limitare la scelta dei registri a quelli di tipo Principale e Flauto, al massimo utilizzando la Voce Umana: (link). Si segnalano in particolare i Fiori Musicali, che si possono reperire nella pagina citata.

 

L'ORGANISTE DI CÉSAR FRANCK

Non tutti sanno che Franck ha scritto questi piccoli e semplici pezzi affinché fossero eseguiti su un Harmonium (link).

OPERA DI JOHANN JAKOB FROBERGER

Il suddetto compositore è uno dei più antichi e dei più noti appartenenti alla scuola della Germania meridionale, allievo di Frescobaldi a Roma. Esaminando con attenzione i suoi brani, in effetti, è possibile trovare l'influsso dello stile del Maestro, stile che ha influenzato tutta la musica basso-tedesca (link).

ALBUM GREGORIANO DI EUGÈNE GIGOUT

Ricchissima raccolta di brani in stile moderno, modellato sul canto gregoriano. Molto consigliato anche per la buona adattabilità agli strumenti italiani del Novecento (link). 

PARTITURE DI ALEXANDRE GUILMANT

Essendo un autore molto prolifico, non possiamo pretendere di esaurirlo in poche righe. Citiamo, in quanto di particolare attinenza, le raccolte L'organiste liturgiste (link) e L'organiste pratique (link), ma invitiamo a dare un'occhiata anche a Scuola classica per organo (link) che contiene dei pezzi imolto interessanti anche se non di sua mano. 

OPERA DI ABRAHAM VAN DEN KERCKHOVEN

Lo stile di queste composizioni risulta talvolta ostico al gusto musicale italiano; si tratta però di esemplari molto belli e anche molto elaborati di brani organistici creati da canti gregoriani, sorprendentemente moderni per l'epoca in cui sono stati scritti: (link).

OPERA DI JACQUES-NICHOLAS LEMMENS

Compositore Belga non da tutti apprezzato, ha prodotto nonostante tutto una considerevole quantità di musica gradevole e di buona fattura. La relativa semplicità della gran parte dei brani lo rende anche più rappresentativo in questa pagina: (link).

OPERA DI JOHANNES BAREND LITZAU 

Contiene opere di ogni difficoltà, compresi brani da concerto di difficoltà notevole. I Preludi sono utilissimi e ben fatti, perfetti per l'accompagnamento liturgico di ogni momento: http://imslp.org/wiki/Organ_Works_(Litzau,_Johannes_Barend)

OPERA DI JOHANNES PACHELBEL

Si possono trovare le opere organistiche (e non solo) presso la pagina dedicata: http://imslp.org/wiki/Category:Pachelbel,_Johann

 

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